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L’anima evade.
in ogni occasione quotidiana che ha,
cerca di uscire da questo corpo
senza fare rumore.
silenziosa a noi stessi,
si esprime per l’orgoglio d’esser riconosciuta dall'esterno.
Questo invidia a quello che è materia:
la sua palese, facile, riconoscibile e chiara esistenza.
Quando lo fa,
(quando evade intendo)
lo fa ficcandosi
tra una parola e l’altra,
nella scelta del colore delle scarpe,
nel taglio dei capelli,
nel passo sgraziato,
o nella schiena dritta.
Ogni nostra scelta
a nostra insaputa
è una sua via di fuga,
un suo pretesto per esprimersi.
Quando questo non le riesce,
quando le parole,
le proporzioni,
i suoni o
i colori che le diamo a disposizione
non le assomigliano,
allora soffre.
Quell’occasione mancata
di potersi mostrare come si è
diventa rancore verso se stessi:
frustrazione.
perchè se il corpo vive lo spazio
è l'anima che prima vive il corpo.
Io non leggo tanto.
eppure mi sto sforzando di vivere a pieno
senza limitarmi all'alfabeto:
curioso di guardare, toccare, ascoltare, assaggiare, sognare,
faccio il possibile per curare il mio linguaggio,
perchè l’anima è lì:
tra un suono,
un gesto,
qualche parola e
il sapore che ricorda.
Se non si conoscono abbastanza suoni,
abbasta colori, forme, sapori,
l’anima si fraintende,
peggio ancora
resta intrappolata
tra quelle
poche cose che abbiamo
e che non bastano
a lasciare
che si riconosca
ad uno specchio.
your arsenyco.