Vai ai contenuti
PAGINA.31 PAGINA.31

PAGINA.31

Anni fa ci venne chiesto di scrivere una storia per l'esame di Regia.

La mia parlava di una persona che si vedeva riflessa su superfici che le restituivano un'immagine di se sempre diversa.

Il soggetto mutava.

Prima capelli biondi, poi mori, poi castani.
Stessa cosa per gli occhi, il naso, la bocca,
le spalle, le braccia, le gambe, il busto.

Sarebbe stato riconoscibile solo per gli abiti che indossava,
quelli non sarebbero cambiati.


Una decina d'anni dopo,
oggi,
potrei riconoscermi in quel soggetto che ritagliava angoli di se dalle immagini che le superfici lisce gli restituivano,
cercando di riconoscersi.

Sto bene, benissimo.
Sto vivendo un periodo d'oro, rinascita, riscoperta.
Eppure quando c'è silenzio, 
quando non sono distratto,
un peso dal centro del petto mi singhiozza fino alla gola.

L'immagine è frammentata,
non mi riconosco.

Cresco ora che non ho pelle,
con muscoli, sangue e nervi
esposti al sole.



Ma sto bene, sento.

A questo dolore, 
a questa insicurezza,
paura,
manifesto il coraggio di affrontare.
 
 
 
 
 
Nuoto verso l'orizzonte,
sempre più a largo.

Dimentico
la boa
su cui ero appoggiato.


Ricordo
la spiaggia 
da cui sono partito.




Sono solo nella mia nuova casa
è l'inizio del prossimo capitolo.





your arsenyco.

Lascia un commento

Nota che i commenti devono essere approvati prima della pubblicazione

Back to top