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Questa è una di quelle serie che scrissi tanto e tanto tempo fa, e che sempre ho continuato a rimandare inventandomi scuse diverse. (ne ho tanti di scatti scritti e mai neanche testati)

Quando si immagina qualcosa, in effetti, non è detto che poi si riesca a riportarla nella realtà.. tante cose potrebbero non tornare: colori, luci, ombre, forme, proporzioni, prospettive.



Il ruolo di un artista credo sia quello di rendere percettibile l'impercettibile,
e far si che sia fruibile al pubblico.

La fatica grossa sta nel risolvere queste incongruenze tra pensiero e realtà, trovando accordi tra le leggi della fisica e quelle della fantasia.
 


vivo spesso la sensazione che le mie idee non possano trovare materializzazione, e questo mi frena.. rinuncio e rimando,
per pigrizia,
per insicurezza.


Ma qual è il senso dello studio per un artista se si escludono dalla sua ricerca le cose che non funzionano e l'entusiasmo verso l'incognita?


È stato merito di una breve conversazione nei DM con un giovane fotografo che mi mostrava ciò che aveva scattato a riaccendere in me quell'entusiasmo,
insieme alla pressione delle persone che mi circondano in questo periodo luminoso della mia vita.
  


Questa serie di scatti è stata realizzata per ultima, post cena, dopo una giornata passata in studio a scattare altro.
Stanchi morti a tratti stavamo per abbandonare l'idea di montare un nuovo set ed iniziare con questa storia, io non ero neanche così fiducioso nel risultato, ma avevo quella stessa voglia in cui annegavo le notti in studio pre Covid.

In fondo, la serie si è rivelata meglio anche degli scatti che pensavamo belli.

schiaffo morale da me a me stesso.



Unico dramma, non ho ancora trovato le parole, e non vorrei lasciarla senza.


...quindi, ancora ora, non saprei bene dirvi quando uscirà!  




siete ispirazione per me. 





your arsenyco.

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